Chi mi conosce sa
che sono un "Sangiovesista" sfegatato (offritemi un Biondi Santi e si fa subito
amicizia!) ma quando ci si trova di fronte a cotanto bere alzo le mani.
Un vino elegante e
femminile ma comunque d’impatto con dei tannini rotondi, carezzevoli e mai
fastidiosi che si fa apprezzare trovando già un suo equilibrio fin dalle
annate più giovani.
Un vino di cui è
difficile non innamorarsi.
Di che vino
parliamo?!! Del Barolo Monprivato dell’azienda Mascarello Giuseppe e Figlio e
nello specifico della verticale storica organizzata, durante la manifestazione
Barolo nel Cuore, da Davide Bonucci dell’Enoclub Siena e Marco Cum di RiservaGrande che ha visto come grandi protagoniste le annate: 1970, 1978, 1985, 1990,
1999, 2001 e 2004.
A raccontarci la storia del Monprivato e dell'azienda era presente Mauro Mascarello che nonostante la visibile "timidezza" non si è tirato indietro al confronto allietandoci con pò di simpatici aneddoti.
I Mascarello dopo
esser stati per anni alle dipendenze della marchesa Giulia Colbert Faletti di
Barolo come massari iniziano nel 1881 con Giuseppe Mascarello a vinificare in
proprio dopo l’acquisto di un appezzamento di terra nel comune di Monforte
d’Alba.
Fu poi Maurizio
Mascarello a trasferire l’attività nel 1904 a Castiglione Falletto dopo
l’acquisto della cascina Monprivato, ora deposito per gli attrezzi di vigna.
Nel
1919 la cantina si sposta nell'odierna sede di Monchiero tra le mura di
un'antica costruzione all'epoca vanto dell'architettura locale che si rivelo da
subito perfetta per la conservazione del vino.
La produzione ebbe un sostanziale incremento con l'ascesa al timone dell'azienda di Giuseppe Mascarello, papà di Mauro, che inoltre sostitui tutte le vecchie botti della cantina con delle nuove in rovere di Slavonia prodotte con legno da lui stesso selezionato ed inizio una selezione massale in vigna che lo portò nel 1959 a selezionare un particolare clone chiamato michét ed a reimpiantarlo nei primi anni '60.
Nel
1967 la conduzione dell’azienda passa nelle mani di Mauro Mascarello il quale,
nel 1970, inizia a vinificare singolarmente le uve del vigneto Monprivato, cru
di 6,7h di cui i Mascarello sono quasi gli unici proprietari.
Mauro Mascarello ci
racconta che il vigneto “Monprivato” si trova a 280m sul livello del mare con
un'esposizione a sud ovest e quindi irraggiato dalla luce del sole nell’arco di tutta la
giornata.
Le viti vanno dalle
più vecchie risalenti agli anni ’60 fino alle ultime reimpiantate nel 1996.
Viti che affondano
le loro radici in un terreno limoso e ricco di calcare composto da marne grigio
azzurre di formazione marina.
In cantina le uve del Monprivato subiscono una fermentazione tradizionale di circa 20/25 giorni per essere poi affinate, nelle sopracitate botti di rovere di Slavonia, per circa 40 mesi.
A questo punto senza
dilungarci ulteriormente in chiacchiere passiamo ai vini, che hanno avuto molto
da raccontarci…
Barolo Monprivato
2004
Pronti, via e ci
troviamo di fronte ad un vino che esprime già una sua armonia nonostante la
propria giovinezza.
Il colore è rubino
intenso e brillante ed al naso il vino si presenta già molto espressivo con un
frutto maturo in evidenza.
Dritto e minerale
con profumi di rosa, violetta e sottobosco.
Bocca precisa ed
elegante, tannino serrato ma di nobile fattura.
Buona sapidità e
gran nerbo acido, lunga persistenza su note di sottobosco.
Barolo Monprivato
2001
Vino affascinante fin
dal colore rubino luminoso.
Naso molto pulito,
elegante, dritto, profondo e fresco.
Lampone, agrume,
rosa rossa e viola, sottobosco e ghisa bagnata rendono il naso espressivo e
molto piacevole.
Marcati i sentori
minerali di roccia spaccata.
In bocca il vino è
di grande spessore mantenendo sempre elevata eleganza e tannini vellutati.
Importante spina acida, bella sapidità e lunga persistenza su note di lampone.
Gran vino da
comprare a bancali e conservare per decenni!
Barolo Monprivato 1999
Qui, complice una
bottiglia secondo me non perfetta, siamo davanti ad un vino un po’ evoluto già
dal colore granato non proprio brillante.
Il naso è maturo e
si avvertono sentori di sottobosco, humus, liquirizia, caffè in polvere, fungo
porcino, tartufo, rosa appassita ed una leggera nuance di oliva taggiasca.
In bocca scivola
via senza troppi sussulti mettendo in evidenza un tannino leggermente
asciugante. La persistenza è discreta su note funginee.
Niente a che vedere
con gli altri ma nel complesso non mi è dispiaciuta la bevibilità, bevuto da
solo probabilmente avrebbe fatto una figura migliore.
Barolo Monprivato
1990
Dopo una prima fase
in cui stenta ad aprirsi dopo un po’ viene fuori in tutta la sua maestosità e
sembra che il tempo si sia fermato poco meno di ventiquattro anni fa.
Il vino è ricco,
intenso, fresco, pulito e “dolce” nella sua veste rubino compatta e brillante
senza tracce di cedimenti che lascia presagire tutta la sua giovinezza.
I profumi fruttati
e di fiori si declinano in fragolina di bosco, frutta di rovo, agrume, rosa
rossa e violetta di campo.
Ma il naso, pulito
e preciso, integra alla perfezione anche una nuance balsamica e sentori di
cuoio, tabacco, cacao in polvere e spezie dolci.
Più passa il tempo
e più si apre regalando forse il naso più ampio e vivace della degustazione.
Al palato mette in
mostra un ottimo equilibrio ed una beva incredibile.
Ogni sorso è un piacere
per le papille gustative che vengono avvolte da un barolo molto femminile di
spiccata eleganza.
Interminabile, si
incolla al palato lasciando una
deliziosa persistenza fruttata e minerale.
Barolo Monprivato
1985
Granato brillante e
concentrato di bellissima intensità.
Naso pulitissimo e
di grande eleganza che si esprime con profumi precisi e stratificati di foglia
di mente, bastoncino di liquirizia, sottobosco, prugna, sentori terrosi, cuoio,
tabacco, rosa e violetta.
Dolcezza di fondo
che richiama la spiccata impronta minerale del vino.
La bocca è
semplicemente mostruosa con dei tannini di prim'ordine ed un sorso pieno ed
appagante, ancora leggermente spostato sulle durezze ma a me piace già così.
Succoso grazie
all’importante spina acida e con una lunghissima persistenza che rimanda al
frutto ed al floreale percepiti al naso.
Per me ancora
indietro per l’età che ha e con un gran futuro davanti…fuoriclasse!
Barolo Monprivato
1978
Colore granato con
qualche cedimento.
Anche al naso l’età
si inizia a far sentire conservando comunque una discreta integrità e pulizia
ma i profumi virano verso il terroso ed il polveroso, la liquirizia ed il
fungo, il caffè ed il “ferroso”.
La bocca ha un quid
in più rispetto al naso mantenendo una spiccata intensità e sapidità a scotto
però di un tannino un pelo asciugante e graffiante.
Già dal colore si
intuisce che il vino ha tenuto in maniera incredibile, granato intenso e
brillante, dove l’aranciato ancora per un po’ non credo troverà dimora.
Naso elegante e
pulito, di una freschezza disarmante ed ottima stratificazione e profondità dei
profumi.
A distanza di
quarantaquattro anni quello che colpisce subito è come abbia conservato profumi
fruttati che rimandano al melograno, all’agrume e sentori floreali che richiamano
la rosa appassita.
Profumi di
sottobosco e terrosi, di cuoio e tabacco, di cacao in polvere e leggero tartufo
completano il quadro insieme alla dolcezza di fondo che ci rimanda alla
bellissima mineralità che ci ha accompagnato in tutta la degustazione.
La bocca è succosa,
ha una gran progressione ed una perfetta armonia con un tannino serrato e
preciso molto piacevole.
La persistenza è
lunghissima con sentori che da prima ricordano l’agrumato per poi spostarsi su
ritorni più scuri di cuoio, sottobosco e tabacco.
Ottima coerenza
naso bocca.
Tanto di cappello
ad uno dei migliori barolo che abbia mai bevuto fin ora!
Tu chiamale, se vuoi, emozioni...
RispondiEliminaBel post!
Grazie Elisa!
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